Descrizione

C’è una disciplina specifica che si occupa proprio di ciò che faremo in questa nostra nuova passeggiata bolognese: si chiama iconografia musicale. 
Si tratta di un ambito di ricerca tutto sommato abbastanza recente che nasce con intento di indagine scientifica e multidisciplinare, insieme alla musicologia, più o meno all’inizio del Novecento. 
L’iconografia musicale, attraverso l’analisi attenta di tutti gli elementi musicali contenuti in un’opera d’arte (sia essa un dipinto, una scultura, un ornamento architettonico, e per estensione, una miniatura o una decorazione apparentemente accessoria di un testo e qualsiasi altro manufatto di utilizzazione o di decorazione) ha come oggetto la ricerca, lo studio, la descrizione, la classificazione e l’interpretazione di questi specifici elementi.
Ma nella nostra passeggiata in Pinacoteca, oltre a notare la posizione storica e sociale della musica, ne andremo a scoprire anche l’altissima valenza simbolica.
Quando infatti un pittore inserisce uno strumento o una pagina musicale in un suo quadro (e questo avviene, se ci fate caso, moltissime volte), non lo fa mai a caso, ma con una cognizione esatta e precisa non solo dell’organologia, ma anche della ‘narrazione’ e della storia che questo strumento porta con sé.
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Maria Chiara Mazzi, diplomata in pianoforte e clavicembalo presso il Conservatorio di Bologna, laureata in Lettere Moderne a indirizzo storico e in Discipline della Musica presso l’Università di Bologna, cura per Bologna Festival i Progetti di Note sul Registro. Collabora con Musica Insieme di Bologna e col Teatro Pavarotti di Modena. Insegna Storia della musica al Conservatorio Rossini di Pesaro, ha pubblicato saggi storico-musicali e articoli per riviste specialistiche e divulgative.

Informazioni aggiuntive

Dimensioni 16,99 × 0,56 × 24,41 cm