NORME EDITORIALI DI IN RIGA EDIZIONI
VirgoletteĀ
A) Si scrivono tra virgolette doppie allāitaliana o caporali Ā« Ā» all’interno del testo:Ā
- le citazioni in linea con il testo (vedi CITAZIONI);Ā
- i discorsi diretti;Ā
- le testate dei periodici (Ā«LāEspressoĀ»), ma non di giornali quotidianiĀ
Ā Le virgolette Ā« Ā» si ottengono mantenendo premuto Alt e componendo rispettivamente 174 o 175 sul tastierino numerico.Ā
Ricordiamo che il punto fermo va generalmente fuori dalle virgolette (Ā». E non.Ā»), anche se allāinterno cāĆØ giĆ un punto interrogativo, esclamativo o i puntini di sospensione.Ā
B) Si scrivono tra virgolette doppie allāinglese (ā ā):Ā
- le citazioni allāinterno di citazioni. Esempio: Platone scrisse: Ā«Un giorno Socrate disse: āQuesto ĆØ un uomoāĀ»;Ā
- le parti pensate quando vanno distinte dal discorso diretto. Esempio: āDevo andare viaā, pensò Luigi tra sĆ© e sĆ©, mentre intanto le diceva: Ā«Resta, parliamo ancoraĀ»;Ā
- le parole o frasi evidenziate in quanto:Ā
- usate in senso ironico o prescindendo dal loro significato letterale (esempio: iĀ āpoveriā statunitensi possiedono soltanto unāautomobile ciascuno);Ā
- usate per esprimere un concetto particolare (il concetto di ārinascitaā, lāidea del ābelloā);Ā
- di uso comune alle quali si vuole dare una particolare enfasi (da usare con moderazione);Ā
- espressioni figurate o gergali (sciopero āa singhiozzoā);Ā
- le testate dei quotidiani (āla Repubblicaā);Ā
- titoli di capitoli o parti di libri citati (nel capitolo āAristotele nel Medioevoā parleremo diā¦);Ā
- titoli di convegni, seminari, conferenze o interventi;
- denominazioni aggiunte a scuole, associazioni, musei, ecc. (il Conservatorio di Musica āGiuseppe Verdiā, il Circolo culturale āCesare Paveseā, il liceo statale āGiacomo Leopardiā, lāospedale āSandro Pertiniā, ecc.; ma: lāAccademia di Brera, il Teatro alla Scala).Ā Ā Ā Ā Ā
C) Le virgolette singole o apici (ā ā) non si usano mai.Ā
D) Per esprimere minuti e secondi si usano le stanghette dritte (Bartali giunse a 1’45” da Coppi).Ā
Ā SottolineaturaĀ
Non si usa mai per evidenziare parole o frasi (si usano le virgolette doppie allāinglese ā ā ).Ā
GrassettoĀ
Il grassetto non si usa mai nel corpo testo, ma soltanto nei titoli dei capitoli e dei paragrafi.Ā
Ā CorsivoĀ
Si scrivono in corsivo:Ā
- i titoli di libri, di articoli di giornale e di rivista, di poesie, di racconti, di opere dāarte, di canzoni, di opere liriche, di film, di trasmissioni radiofoniche e televisive;Ā
- le parole straniere quando non sono di uso comune nella lingua italiana. Esempi: Weltanschauung, cherchez la femme; ma non: film, festival, computer, ecc.; perchĆ© di uso ormai integrato nella lingua italiana;Ā
- le denominazioni scientifiche delle scienze naturali;Ā
- in alcuni contesti particolari, termini tecnici o specialistici;Ā
- Ā titoli di brani musicali, tranne lāindicazione strumentale e il numero dāopera. Esempi: Sonata in la minore per pianoforte K. 310; Quinta Sinfonia in do minore op. 67; Sonata quasi una fantasia in do minore. Al chiaro di luna per pianoforte n. 14 op. 27 n. 2;Ā
- i nomi propri di aeroplani, navi e divisioni militari.Ā
Ā Segni di interpunzioneĀ
- Dopo p. e pp. va uno spazio. Tutti i segni di interpunzione, compreso il punto di abbreviazione, vogliono uno spazio dopo e mai prima.Ā
- Non si usa mai il punto alla fine di titoli (di parti, di capitoli, di sottocapitoli).Ā
- Le sospensioni del discorso prevedono lāuso di tre puntini.Ā
- I tre puntini di omissis tra parentesi quadre [ā¦] indicano tagli nel testo citato; [ā¦] non va però messo nĆ© al principio nĆ© alla fine della citazione, ma soltanto all’interno.Ā
- Quando si usano le parentesi, i segni di punteggiatura vanno dopo la chiusura delle stesse (eccettuati i punti esclamativi, interrogativi e di sospensione legati al testo dentro la parentesi).Ā
- Se āecc.ā si trova a fine frase, il punto fermo non va ripetuto (esempio: ecc. e non: ecc..).Ā
- Attenzione alla posizione della virgola: ĆØ inaccettabile che cada tra soggetto e verbo o tra verbo e complemento oggetto, tranne nel caso in cui sia presente una frase incisiva o subordinata, posta però tra due virgole. Esempio: Andare al mare con la mia fidanzata, nelle calde giornate estive, ĆØ una delle cose che preferisco, ma non: Andare al mare con la mia fidanzata, nelle calde giornate estive, ĆØ una delle cose che preferisco.Ā
- Nelle elencazioni introdotte dai due punti, ogni punto elenco finisce con il punto e virgola; il nuovo punto elenco inizia con la minuscola. Il punto fermo va messo alla fine di tutto lāelencoĀ
Ā Parole accentateĀ
- Lāaccento sulle vocali a, i, o, u ĆØ sempre grave: Ć , Ƭ, ò, ù.Ā
- La vocale āeā in fine di parola ha generalmente lāaccento acuto. Esempi: perchĆ©, finchĆ©, poichĆ©, alcunchĆ©, benchĆ©, acciocchĆ©, sĆ© (quando non precede āstessoā e āmedesimoā), nĆ© (quando ĆØ negazione), potĆ©, combattĆ©, trentatrĆ©. In alcuni casi la āeā in fine di parola ha lāaccento grave āĆØā: cioĆØ, caffĆØ, tĆØ (bevanda), piĆØ (di pagina), ahimĆØ, MosĆØ, le parole derivate dal francese (es.: lacchĆØ).Ā
- Si usa lāaccento sui seguenti monosillabi: dƬ (quando vuol dire āgiornoā e non lāimperativo del verbo dire), lƬ, lĆ (quando sono avverbi di luogo; āquiā e āquaā vanno posti, invece, senza accento!), dĆ (terza persona singolare dellāindicativo presente del verbo dare), sƬ (affermazione).Ā
- Non ĆØ ammessa indicazione dellāaccento tonico allāinterno delle parole, salvo il caso raro in cui vi siano possibilitĆ di equivoco. Esempio: i prƬncipi della danza classica (Nijinski, Nurejev, Barishnikov, ecc.); i princƬpi della danza classica (ritmo, coordinazione, ecc).Ā
- Le parole straniere seguono lāuso della lingua originale (es.: Ć©cole, Ć©quipe). Nella lingua spagnola esistono solo accenti acuti.Ā
- La Ć maiuscola usata a inizio frase, come terza persona singolare del presente indicativo del verbo essere, ha lāaccento e non lāapostrofo (Eā). Esempi: «à andata viaĀ» e non: Ā«Eā andata viaĀ». La Ć si ottiene mantenendo premuto Alt e componendo 212 sul tastierino numerico.Ā
Ā Apostrofo, elisioneĀ
Lāapostrofo, che indica lāelisione di una lettera o di una sillaba, si deve usare nei seguenti casi:Ā
- daā (quando ĆØ lāimperativo del verbo dare; la terza persona singolare dellāindicativo presente si scrive ādĆ ā, per non confonderlo con la preposizione semplice ādaā);Ā
- diā (quando ĆØ lāimperativo del verbo dire);Ā
- faā (quando ĆØ lāimperativo del verbo fare);Ā Ā
- toā (quando ĆØ lāimperativo del verbo tenere);Ā Ā
- vaā (quando ĆØ lāimperativo del verbo andare);Ā
- poā (quando sta per āpocoā);Ā
- moā (quando sta per āmodoā);Ā
Ā B) Non si apostrofano mai ātalā e āqualā (es.: tal ĆØ; qual ĆØ).
C) Si usa lāapostrofo con la curva verso destra (ā) e non verso sinistra (ā) nelle date in sostituzione del millennio o del secolo. Esempi: sono nato nel ā55; la guerra del ā15ā18. Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Per evitare due apostrofi di seguito, non si mette invece lāapostrofo prima della cifra preceduta dalla curva verso destra (ā): la battaglia dellā84 (non dellāā84).
Ā TrattiniĀ
Si usano per parole composte, parole doppie, per gli incisi, per gli elenchi ed i dialoghi in narrativa.Ā
Ā MaiuscoloāMinuscoloĀ
- Generalmente, quando lāiniziale maiuscola non ĆØ strettamente necessaria, si preferisce lāuso del minuscolo; ĆØ da evitare lāuso del maiuscolo per evidenziare le parole allāinterno del testo.Ā
- Dopo il punto esclamativo o interrogativo si usa la maiuscola, tranne nel caso in cui sia posto al termine di una frase inserita nel discorso. Esempio: Ā«Perbacco! potevi stare più attentoĀ».Ā
- Nel discorso diretto si usa lāiniziale maiuscola. Esempio: Galileo dichiarò: Ā«La Terra ĆØ rotonda!Ā».Ā
- I nomi di popolazioni si scrivono con lāiniziale minuscola (es.: i francesi, gli europei). Si possono scrivere maiuscoli i nomi di popolazioni del passato (gli Inca, gli Etruschi) o di tribù indigene poco note (gli āNgala).Ā
- Le denominazioni proprie di uno Stato e dei suoi enti, le denominazioni ufficiali di organi governativi, giuridici e amministrativi si scrivono con le iniziali maiuscole. Esempi: la Repubblica Ceca, la Regione Piemonte, il Consiglio dei Ministri, il Comune di Napoli, la Questura di Roma, il rapporto tra Stato e Chiesa.Ā
- Si usa invece lāiniziale minuscola quando non si tratta di denominazioni ufficiali e le parole sono usate in modo generico o al plurale. Esempi: il governo Craxi, le regioni settentrionali, i comuni dellāhinterland, il questore di Roma, il consiglio dāistituto, il comitato direttivo.Ā
- Le denominazioni di partiti politici si scrivono con le iniziali maiuscole. Esempi: la Democrazia Cristiana, Partito Comunista, la Lega Lombarda.Ā
- I titoli civili e onorifici, nobiliari e accademici, i titoli professionali, religiosi e militari si scrivono tutti, preferibilmente, con lāiniziale minuscola. Esempi: conte, dottore, prefetto, ministro, vescovo, ingegnere, avvocato, ecc.Ā
- Le denominazioni di scuole, associazioni, teatri, quando si riferiscono a una specifica scuola, ecc. si scrivono con lāiniziale maiuscola, mentre si scrivono minuscole quando sono usate in senso generale. Esempi: il Politecnico di Milano, lāUniversitĆ āLa Sapienzaā, Teatro Argentina; Luigi frequenta lāuniversitĆ a Bari.Ā L) Le denominazioni ufficiali di unitĆ didattiche e di corsi universitari vanno scritte con lāiniziale maiuscola. Esempi: lāIstituto di Patologia generale dellāUniversitĆ di Torino, il corso di Filosofia teoretica; ma: lāinsegnante di lettere, lāora di inglese.
- Le denominazioni di festivitĆ si scrivono con lāiniziale maiuscola: il Primo Maggio, lāEpifania, ecc.; I mesi si scrivono in minuscolo: Torno a settembre.
- Le denominazioni di periodi o fatti storici si scrivono con lāiniziale maiuscola. Esempi: il Giurassico, il Medioevo, le Cinque Giornate; maiuscoli vanno gli appellativi e i soprannomi di personaggi storici: Filippo il Bello, Tarquinio il Superbo.
- Le denominazioni di movimenti artistici, di pensiero e letterari che si sono costituiti come tali (il Dadaismo, lāImpressionismo), cosƬ come gli appellativi derivanti da antonomasia (il Piccolo Caporale, il Generalissimo) vogliono lāiniziale maiuscola.
- Si scrivono con la minuscola i corpi e i gradi militari, cosƬ come santo/santa/san ; quando non facciano parte della denominazione di una chiesa o di toponimi: la vita di san Bernardo; ma: il passo del Gran San Bernardo, i mosaici di SantāApollinare in Classe.
- Ā I secoli, i decenni e gli anni si scrivono con lāiniziale maiuscola: lāOttocento, gli anni Venti, il Sessantotto.
- I punti cardinali e i sostantivi ad essi correlati si scrivono con lāiniziale maiuscola solo quando indicano un specifica regione geografica: lāItalia del Nord, il Mezzogiorno, lāOriente; ma: vado verso nord, il sole sorge ad est.
- I termini come ālagoā, āmonteā, āmareā, ecc. si scrivono sempre con lāiniziale minuscola quando sono nomi comuni (vado al mare) o quando si possono omettere: il mar Mediterraneo si può anche dire “il Meditterraneo”; si scrivono con la maiuscola, invece, quando sono nomi propri: il Mar Nero, il Rio Grande, la Serra Morena.
- I termini come āviaā, āpiazzaā, āpalazzoā, āteatroā, ecc. si scrivono con lāiniziale minuscola; non si applicano le stesse regole se sono in lingua straniera. Esempio: via Verdi; ma: Boulevard St. Germain, Square Garden, Helmut Strasse.
- Le note musicali si scrivono con le iniziali minuscole.
- Madame, Mademoiselle, Monsieur, Lord e Lady e le abbreviazioni Mme, Mlle, M. (solo lāabbreviazione di Monsieur va puntata) sono in maiuscolo.
Ā NumeriĀ
Si scrivono in lettere:Ā
- i secoli, i decenni, i periodi storici, ecc. con l’iniziale maiuscola (il Seicento, in luogo di ā600; gli anni Trenta, in luogo di anni ā30);Ā
- i modelli di automobili con l’iniziale maiuscola (la Cinquecento);Ā
- le piccole quantitĆ numeriche (tre, dieci);Ā
- le grandi cifre approssimative (due miliardi);Ā
- le grandezze accompagnate da unitĆ di misura scritte per esteso (pesa quasi un quintale, dista circa quaranta chilometri).Ā
- quando sono seguiti da nomi di persona o cosa (tre passeggeri, diciassette aerei).Ā
B) Si scrivono in cifre indo-arabe:
- le date, escludendo il āprimoā del mese (il 15 aprile 1997; il primo agosto). Il mese si scrive per esteso e con lāiniziale minuscola;Ā
- le date che indicano anni storici particolari, per i quali si ammette la forma abbreviata con lāapostrofo (il ā48, il ā68);Ā
- le grandi quantitĆ numeriche (1.234.000);Ā
- tutte le cifre accompagnate da unitĆ di misura, che va posta sempre dopo il numero, preceduta da uno spazio e senza punto (3000 $; 1,3 kg; 57 cm);Ā
- i numeri di capitolo o di paragrafo nei rimandi allāinterno del testo. Esempio: Come vedremo nel paragrafo 3.1;Ā
- i numeri civici, di telefono, ecc.;Ā
- gli orari precisi (il treno delle 17.43);Ā
- i numeri nelle elencazioni (la biblioteca contiene 12 libri di filosofia, 3 di storia, 6 di fisica);Ā
- il numero dei tomi e dei volumi di unāintera opera. Esempio: C. DOSSI, Note azzurre, 2 vol., Adelphi, Milano 1964; ma: C. DOSSI, op. cit., vol. I, p. 42;Ā
- i numeri non vanno mai divisi, a fin di riga, dallāabbreviazione dellāunitĆ di misura a cui fanno riferimento;Ā
- il puntino si usa per distinguere gli ordini di grandezze dei numeri (1.450; 13.500)Ā
- lāetĆ (ho 25 anni).Ā
C) Si scrivono in cifre romane senza circoletto a esponente (I sec. d.C., non I° d.C.):
- i secoli (il XIX secolo)Ā
- il numero preciso di tomo o di volume di unāedizione. Esempio: C. DOSSI, op. cit., vol. I, p. 80Ā
- i numeri che seguono nomi di re, imperatori, papi, ecc.: Enrico III, il papa Giulio II.Ā
Ā
D) I numeri romani si scrivono in maiuscolo (XIX)Ā
E) Lāabbreviazione di numero per riviste, leggi, articoli, ecc. si scrive n. e non n°.Ā
Ā Abbreviazioni, simboli, sigleĀ
- Le abbreviazioni, a eccezione di ecc., a. C. e d. C., vanno usate il meno possibile; se ne fa generalmente uso soltanto allāinterno di parentesi, nelle note e negli apparati bibliografici.Ā
- Gli acronimi vanno scritti in maiuscolo senza punti (USA, ONU, USL e non: U.S.A. ecc.)Ā
- Le sigle delle unitĆ di misura si scrivono senza il punto (kg, m, km/sec).Ā
- Se una frase si chiude con unāabbreviazione puntata (ecc., es., d. C.), non va aggiunto un secondo punto.Ā
- Le abbreviazioni più frequenti sono:Ā
appendice/i app.Ā
articolo/iĀ Ā Ā Ā Ā Ā art.Ā
articolo citatoĀ art. cit. (in corsivo perchĆ© sostituisce il titolo cui fa riferimento)Ā
autori variĀ Ā Ā Ā Aa.Vv.Ā
battuta/e (mus.)Ā Ā b. capitolo/iĀ Ā Ā cap.Ā
circaĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā ca. (preceduto da uno spazio rispetto alla paro- la che precede)Ā Ā
citato/iĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā cit.Ā
come sopraĀ Ā Ā c.s.Ā
confrontaĀ Ā Ā Ā Ā cfr.Ā
ecceteraĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā ecc. (non etc. e preceduto da virgola)Ā
editoreĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā ed. (in nota e in Bibliografia generalmente si omette) edizione/iĀ Ā Ā Ā Ā Ā ed.Ā
edizione citataĀ Ā Ā ed. cit. edizione italianaĀ ed. it. esempio/iĀ Ā Ā Ā Ā Ā es.Ā
et aliiĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā et. al.Ā
fascicolo/iĀ Ā Ā Ā Ā Ā fasc.Ā
figura/eĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā fig.Ā
foglio/gliĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā f.Ā
fuori testoĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā f.t.Ā
ibidemĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā ibid. (ĆØ preferibile scritto per esteso)Ā
idemĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Id.Ā
illustrazioneĀ Ā Ā Ā ill.Ā
libro/iĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā l.Ā
manoscritto/iĀ Ā ms.Ā Ā
nota del curatoreĀ [N.d.C.]Ā Ā
nota dellāautore [N.d.A.]
nota del redattoreĀ Ā Ā Ā [N.d.R.]Ā
numero/iĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā n. (e non n°)Ā
opera citata     op. cit. (in corsivo perché sostituisce il titolo cui fa riferimento)
pagina/e.Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā p./pp.Ā
paragrafo/iĀ Ā Ā Ā Ā Ā par.Ā
per esempioĀ Ā Ā Ā Ā per es.Ā
ristampaĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā rist.Ā
secolo/iĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā sec.Ā
seguente/iĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā s./ss.Ā
sezione/iĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā sez.Ā
tabella/eĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā tab.Ā
tavola/eĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā tav.Ā
tomo/iĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā t.Ā
traduzioneĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā trad.Ā Ā
traduzione letteraleĀ trad. lett.Ā Ā
verso/iĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā v./vv.Ā
volume/iĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā vol.Ā
paragrafo/i        §/§§Ā
allegato/iĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā all.Ā
articolo/iĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā art./artt.Ā
colonna/eĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā c./cc.Ā
lo stesso autore (m/f)Ā Ā Ā Ā Ā id./ ead.Ā
introduzioneĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā intr.Ā Ā
prefazioneĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā prefĀ
Ā Parole straniereĀ
Le parole straniere non di uso comune vanno in corsivo, mentre quelle entrate nellāuso comune della lingua italiana vanno in caratteri normali e non prendono la desinenza del plurale. Esempi: i film, i box, i pub e no: i film, i boxes, i pubs.Ā
Ā Congiunzioni e, edĀ Ā
Si usa sempre āeā, ma si usa āedā davanti a parola che inizia con e.Ā
Ā Preposizioni a, adĀ
Si usa sempre āaā, ma si usa āadā davanti a parola che inizia con a.Ā
Ā Note a piĆØ di pagina e riferimentiĀ
Le note a piĆØ di pagina non devono contenere riferimenti bibliografici ma soltanto osservazioni e approfondimenti non inseriti nel corpo testo, come qui indicato a titolo di esempio.
I numeri di rimando alle note devono essere scritti come apici di seguito al termine cui si riferiscono, se non vi sono segni di punteggiatura. In caso contrario, devono essere scritti come apici dopo il segno di punteggiatura. Esempi:Ā
- coltura
- coltura;
- coltura,
- coltura:
- coltura.
FigureĀ
Ā Le figure devono essere ottenute sempre da immagini ad alta risoluzione (ā„ 300 dpi). Lāautore deve fornire anche, a parte, tutte le immagini in uno dei formati digitali (jpg, jpeg, tiff, ecc.).Ā Ā
Ā CitazioniĀ
Le citazioni possono essere in linea con il testo oppure non in linea con il testo.Ā
- Citazioni in linea con il testo:
- Sono citazioni non troppo lunghe e inserite in modo tale da integrare lo stesso testo (parole di altri fatte proprie dall’autore). Esse devono essere poste in caratteri normali, entro le virgolette doppie allāitaliana Ā« Ā», come nellāesempio che segue:
Ā Ancora da Calvino possiamo trarre saggi ed equilibrati insegnamenti su come divulgare senza tradire troppo i contenuti del linguaggio Ā«dotato di pesoĀ», alleggerendolo con una leggerezza che però Ā«si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al casoĀ» (Calvino, 1993, p.20), scrivendo dunque in maniera comprensibile anche a non specialisti, ma conservando un certo rigore nel linguaggio e nei contenuti.Ā
2. Ā Le citazioni allāinterno di citazioni utilizzano le virgolette doppie allāinglese, come nel seguente esempio:Ā
Platone scrisse: Ā«Un giorno Socrate disse: āQuesto ĆØ un uomoāĀ».Ā
- Ā Citazioni non in linea con il testo:Ā
Sono citazioni generalmente lunghe, che non costituiscono un naturale proseguimento della frase dellāautore o dello scritto, ma servono per rafforzare o precisare il suo pensiero con parole di un altro autore affermato. Devono essere scritte in caratteri normali, più piccoli del corpo testo, senza virgolette, centrate e rientrate di 1 cm a destra e a sinistra, introdotte da due punti, come nellāesempio che segue:Ā
Ā Nella lettera di introduzione alla sua opera Sulla sfera e il cilindro inviata a Dositeo, Archimede menziona alcuni risultati principali delle sue ricerche su aree e volumi (Frajese, 1974, pp. 69-72):Ā
Antecedentemente ti mandai per iscritto, insieme alla dimostrazione, [la seguente] tra le cose che avevo considerato: che ogni sezione compresa da una retta e da una sezione di cono rettangolo [= parabola] supera di un terzo il triangolo avente la stessa base della sezione e uguale altezza.Ā
Ā Riferimenti bibliograficiĀ
- Tutte le citazioni devono riportare la fonte da cui sono tratte, secondo lo standard APA (Autore, Anno pubblicazione, pagine).
- I riferimenti bibliografici devono seguire lo standard APA e non devono essere posti in note a piĆØ di pagina.Ā
Ā Creazione della bibliografia secondo lo standard APAĀ
- Citazioni bibliografiche allāinterno del testoĀ
Ā Nel punto corrispondente del testo si inseriscono fra parentesi tonde: (Cognome dellāautore, Anno di pubblicazione, eventuale numero della/e pagina/e) come nel seguente esempio:Ā
Lo scritto più antico preso in considerazione ĆØ quello di Marin Mersenne. Nella sua proposition VIII egli si accinge a Ā«expliquer la figure, la fabrique, lāaccord & lāusage de la VioleĀ» (Mersenne, 1636, p. 190).Ā
Ā
- Se gli autori sono due si citano entrambi sia nella prima citazione, sia in quelle successive:Ā
- Prima citazione: (Walker & Allen, 2009)
- Citazioni successive:(Walker & Allen, 2009)Ā
Ā 2. Se gli autori sono da tre a cinque, si indicano tutti i nomi nella prima citazione e soltanto il nome del primo autore seguito dallāabbreviazione āet al.ā nelle citazioni successive:Ā
- Prima citazione: (Bradley, Ramirez, & Soo, 1999)
- Citazioni successive: (Bradley et al., 1999)Ā
Ā
3. Se gli autori sono da sei in su, si indica il nome del primo autore seguito dallāabbreviazione āet al.ā in tutte le citazioni.Ā
4. Se si citano più opere di diversi autori, si indicano tra parentesi tutti i riferimenti separati dal punto e virgola, in ordine alfabetico per autore: ⦠come dimostrato in studi recenti (Berkowitz et al., 2003; McDuffie et al., 2002).Ā
- Ā Citazioni bibliografiche in BibliografiaĀ
Al termine del documento ĆØ necessario compilare una bibliografia contenente i riferimenti completi, ordinata alfabeticamente per autore e per uno stesso autore in ordine cronologico di pubblicazione. Il nome del luogo di pubblicazione deve precedere quello della casa editrice ed ĆØ separato da questo dai due punti ā:āĀ
- Ā Se gli autori sono più di uno, devono essere indicati tutti:Ā
Ambrosanio M.F., M. Bordignon, U. Galmarini e P. Panteghini (1997). Lezioni di teoria delle imposte. Milano: Etas Libri.Ā
- Ā Se di un autore vengono citati più titoli diversi pubblicati nello stesso anno, occorrerĆ distinguerli con lettere dellāalfabeto:Ā
Artoni, R. (1999a), Elementi di scienza delle finanze, I edizione. Bologna: Il Mulino. Artoni, R. (1999b), Lezioni di scienza delle finanze, I edizione. Bologna: Il Mulino.Ā
- Ā I titoli dei libri compaiono in corsivo:Ā
Artoni, R. (1999a), Elementi di scienza delle finanze, I edizione. Bologna: Il Mulino.Ā
- I titoli di articoli o saggi facenti parte di riviste, pubblicazioni periodiche o libri collettivi compaiono in caratteri normali mentre in corsivo viene messo il nome della rivista o del periodico o del libro collettivo:Ā
Cerasoli M., Eugeni F., Rizzi B. (1983). Sulla probabilitĆ del k-MCD di m naturali scelti a caso. Rend. di Matematica, v.3, serie VII, (Roma), pp. 367-379.Ā
- Ā Maggiori indicazioni su come comportarsi in casi particolari sono disponibili nelle norme APA facilmente reperibili su internet.Ā
Ā
Maggiori informazioni riguardanti le citazioni bibliografiche:Ā
Ā
- Se la citazione ĆØ posta alla fine di un brano antologizzato, deve essere inserita tra parentesi tonde senza punto (nĆ© esterno, nĆ© interno), e a seconda dei casi può essere preceduta da un ādaā; il nome si indica con lāiniziale puntata: (da S. Benni, Il bar sotto il mare, Milano, Feltrinelli, 1987)Ā
- In caso di più citazioni dallo stesso testo, dopo la prima si aggiunge ācit.ā, senza ripetere lāiniziale del nome: Benni, Il bar sotto il mare citĀ
- Per le opere straniere si fa riferimento allāedizione italiana, con lāindicazione del traduttore (di cui va indicato il nome proprio, con iniziale puntata): E.A. Poe, I racconti, trad. it. di G. Manganelli, Einaudi, Torino 1983Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā
- Se sono presenti più curatori e/o traduttori, gli stessi si indicheranno con la virgola: trad. it. di C. Fruttero, F. LucentiniĀ Ā
- Il nome dellāeditore viene semplificato, cosƬ come compare di norma in copertinaĀ
- I brani brevi vanno riportati nel testo utilizzando le virgolette alte āā¦ā¦.ā. Le virgolette apice singole ā……..ā vanno invece utilizzate solo allāinterno di altre citazioni. Se lunghi oltre le tre-quattro righe, i brani citati vanno senza virgolette, staccati con una riga vuota dal testo che precede e che segueĀ
Nelle citazioni si inseriscono i seguenti dati, nel seguente ordine:Ā
- N. CognomeĀ
- Titolo in corsivoĀ
- Casa editriceĀ
- CittĆ ed anno (senza virgola a separare i due dati)Ā
- p./pp.; c./cc.; voll./tomi.Ā
Ā Norme bibliografiche riguardanti gli articoli:Ā
Vanno indicati rispettivamente:Ā
- Autore/Autrice, curatore/curatrice, titolo, sottotitolo.Ā
- Testata del periodico (sono da considerarsi tali anche gli annali): tra virgolette (non preceduta da āinā, anche per le riviste straniere), seguendo il titolo originale.Ā
- Data (Esempio: 1993, marzo 1993, 12 aprile 1993).Ā
- Numero progressivo del fascicolo.Ā
- Pagine complessive, separate da trattino e/o pagina/e cui si fa riferimento.Ā
Ā Norme per lāutilizzo dei software in editoria:Ā
1.1 –Ā Ā Salvare il testo in formato .doc o .rtf (formato universale accessibile generalmente da qualsiasi programma di scrittura).Ā Ā
- Assicurarsi, prima di iniziare a scrivere, di aver disattivato le opzioni di correzione automatica del programma Word.Ā Ā
- Non spezzare manualmente le parole col trattino di divisione, nĆ© usare la sillabazione automatica di Word.Ā
Ā 1.2 –Ā Degli indirizzi internet citati va sempre verificata lāesattezza, tenuto conto che:Ā
- possono cambiare rapidamente (ĆØ consigliato controllare che siano ancora attivi durante la correzione delle bozze);Ā
- possono essere spesso inesatti a causa di errori di battitura o distrazione, come un solo carattere diverso (es: una minuscola al posto di una maiuscola), che rende automaticamente errato lāindirizzo.Ā
- gli indirizzi vanno scritti per esteso, indicando lāURL (Uniform Resource Locator) completo, senza omettere informazioni importanti come lāindicazione del protocollo, ossia la parte iniziale (es.: http://), ed evitando di spezzarli.Ā
Ā 1.3 –Ā Siti e pagine web vanno indicati con:Ā
- Ā Titolo della pagina o sitoĀ
- URLĀ
- data di accessoĀ
Ā
Bibliografia (esempio di bibliografia)Ā
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