Descrizione

Tra i numerosi omaggi che il poeta della Divina Commedia ha ricevuto in questo settecentesimo anniversario, non tra i meno singolari è questa metàfrasi, o riscrittura dell’Inferno (tutti i 4720 versi, più il commento) in forma di lipogramma in a: seguendo cioè la regola costrittiva di non utilizzare mai la lettera a.
Fedele al principio base dell’OPLEPO, l’Opificio di Letteratura Potenziale (una regola autoimposta sviluppa la creatività), il più grande poeta cavalleresco contemporaneo si cimenta in quello che è probabilmente il più lungo lipogramma in versi mai scritto dai tempi del poeta ellenistico Nestore di Laranda, autore di una Iliade mancante di una lettera.
Non caricatura né derisione, ma umile sequela dell’arditissimo viaggiatore nell’Aldilà: ecco il Divino Intreccio.